lunedì 23 maggio 2016

Giornalismo digitale: fare innovazione con, nei nuovi media, l'aiuto dell'intelligenza artificiale




Giornalismo digitale: fare innovazione con, nei nuovi media, l’aiuto dell’intelligenza artificiale



“E’ in corso una vera e propria trasformazione antropologica”

Con queste parole Paolo Ferri, introduce il suo articolo sull’Intelligenza Digitale spiegando come la rivoluzione digitale abbia prodotto una trasformazione più radicale rispetto a quella tecnologica.
Parla di trasformazione dell’homo sapiens sapiens in homo sapiens digitalis in quanto i recenti studi condotti dagli scienziati dell’University College di Londra e della Jao Tong Medical School di Shanghai, hanno portato a risultati che fanno riflettere: il cervello umano presenta dei cambiamenti in quelle zone che vengono costantemente stimolate grazie all’utilizzo incessante del computer, delle sue applicazioni e dei Social Network , come per esempio l’aumento della materia grigia nell’amigdala, zona cerebrale coinvolta nella memoria emozionale, e l’aumento anomalo di materia bianca nelle zone dove hanno sede il controllo neuromotorio, l’attenzione e le funzioni esecutive.
http://www.enterrasolutions.com/media/AI-and-the-DP2P-clear.png
Si tratta di cambiamenti sostanziali a livello biologico che si sono verificati nella società in maniera estremamente veloce negli ultimi decenni grazie alla diffusione di massa di  personal computer, smartphone e tablet.
Coloro che risultano essere i protagonisti principali dei cambiamenti dettati dall’era digitale sono i cosiddetti nativi digitali cioè quelli che sono nati a partire dalla fine degli anni Novanta e hanno vissuto in prima persona queste innovazioni. Nonostante ciò si riscontra che la generazione precedente, pur non essendo nata in contemporanea con questo tipo di innovazione, cerca gradualmente di adattarsi ai mutamenti causati dalla tecnologia digitale.  

In quali ambiti viene usata l’intelligenza artificiale?

L’intelligenza digitale è all’opera costantemente in molte delle azioni quotidiane, solo che non sempre ce ne rendiamo conto: un click su un collegamento ipertestuale, l’utilizzo dei controller dei videogiochi.
E’ comunque impiegata anche in ambiti come la fisica, il giornalismo, lo sport, l’astronomia, la scienza.

Per quanto riguarda il giornalismo è possibile dire che oramai sempre più redazioni si servono di software in grado di interpretare ed elaborare grandi quantità di dati e redigere articoli.


In un epoca dove la tecnologia sta prendendo sempre più campo modificando il modo di vivere delle persone, si può sostenere che anche il modo di fare informazione si stia trasformando?

http://www.corrierecomunicazioni.it/upload/images/02_2016/big-data-160203164050_medium.jpgE’ possibile affermare che oramai l’informazione si trova dappertutto in quanto in ogni situazione e ogni contesto abbiamo la possibilità di informarci attraverso giornali online, Social Network, video, immagini portando ad un inevitabile indebolimento del classico metodo di fare notizia e di divulgarla: le note testate giornalistiche rischiano, così, di andare in “pensione”.

Il digitale sta nettamente cambiando maniera di fare editoria a partire dal metodo di coinvolgimento che spesso risulta più immediato e avvincente, fino ad arrivare alla scelta dei mezzi utilizzati a seconda del target.
http://www.tradeitstores.com/wp-content/uploads/2015/10/Feedback.jpgMolti giornali hanno perciò adottato un approccio basato sul web prediligendo gli articoli scritti per questo ambiente rispetto a quelli destinati al giornale cartaceo: si riscontra quindi un cambiamento delle priorità dettato dalla continua innovazione e dalle nuove esigenze dei consumatori di informazione.  Un’ulteriore novità introdotta dal giornalismo online è la possibilità di feedback da parte dei lettori che possono commentare, condividere, apprezzare in maniera più rapida e concreta quanto leggono.
Questo cambiamento repentino ha portato all’inevitabile rimodellamento della professione del giornalista che non deve più ricercare informazioni e divulgarle, ma selezionarle e decifrarle.
Un’ulteriore frontiera dell’innovazione proveniente dall’America, mostra come l’evoluzione dei motori di ricerca in internet possa dare vita a una nuova figura in ambito giornalistico : l’avatar o “Agente intelligente”(Giuseppe Jacobini), ossia un software particolarmente complesso che ha la possibilità di essere “istruito” e ha capacità di “autoapprendimento” , che prende il posto del caporedattore. I nuovi avatar, essendo dotati di intelligenza artificiale, lavorano in base ad assetti concettuali e sono in grado di riconoscere la qualità dell’espressione e la pertinenza della notizia con il contesto che la esprime riuscendo così a capire ed elaborare la singola informazione leggendola, decifrandola e catalogandola nelle diverse pagine che sono state predisposte al momento della taratura . Vengono dunque utilizzati per un’attività di selezione e rassegna continua che genera un continuo flusso di informazioni.



FONTI
Articolo Tiscali:

Articolo:

Articolo:

Libro:  Nuovo giornalismo, nuova comunicazione, nuove professioni nell'era digitale” a cura di Giuseppe Jacobin (Pagine 69-70-71-72)

giovedì 19 maggio 2016

Professione in Digital Humanities

Una possibile laurea magistrale di Scienze della Comunicazione è quella in Digital Humanities, una facoltà dove al classico approccio di studio delle materie umanistiche, si affianca un metodo innovativo e super tecnologico che sfrutta appieno l’utilizzo del linguaggio informatico.

Questa corso di studi consente ai suoi studenti di fare esperienza di scrittura creativa e giornalistica per i New Media, riprendere e montare filmati e immagini anche in 3D, dedicarsi al Web Design e molte altre attività collegate appunto alle Digital Humanities che al giorno d’oggi stanno prendendo sempre più campo.

Sono molte le professioni a cui un laureato in Digital Humanities può ambire, tutte orientate al progetto della comunicazione e ai nuovi media.
In particolare ci soffermiamo sulla figura del Progettista e gestore di azioni di promozione in ambienti interattivi, attività nota come Digital Signage.

Il Digital Signage è una forma di comunicazione in prossimità del punto vendita o in spazi pubblici aperti, i cui contenuti vengono mostrati ai destinatari attraverso schermi e/o videoproiettori appositamente sistemati.
Questo si differenzia dalla “classica” pubblicità sui cartelloni, in quanto, oltre a essere meno dispendiosa, è facilmente modificabile.
Il contenuto che viene mostrato può spaziare dal semplice testo ad immagini statiche arrivando fino a video in movimento con o senza audio.
Il Progettista di azioni di promozione in ambiti interattivi ha quindi il compito di gestire, aggiornare, modificare i contenuti attraverso computer o altre apparecchiature via internet.


Gli utilizzi del Digital Signage variano dall’aspetto meramente informativo fino a quello che ha come scopo di influenzare il comportamento di un cliente.

Si può dire che questa “nuova” forma di comunicazione ha preso campo anche in Italia, benché in ritardo rispetto alle tendenze internazionali.
Ad oggi si riscontra una maggior richiesta di questo servizio da parte delle farmacie, ma si nota che si stanno attivando anche altri settori come quelli della Grande distribuzione organizzata, le agenzie di viaggio e le aziende di franchising.



Professione in Scienze della Comunicazione

La maggior parte delle persone è convinta che con la laurea in scienze della comunicazione, si possa solamente diventare giornalisti o ricoprire ruoli solamente nell’ambito editoriale. In realtà non è proprio così, sono molte le professioni che questo corso di studi consente di intraprendere e spaziano dall’Organizzatore di eventi al Copywriter fino ad arrivare ad essere Tecnico di Marketing o perché no Direttore di produzioni televisive, cinematografiche, teatrali ecc.

In particolare, voglio soffermarmi sul Tecnico di Marketing, un mestiere, secondo me all’avanguardia e innovativo.

Questa importante figura si occupa di coordinare e monitorare tutte le attività di commercializzazione di un’azienda, dalle prime fasi di analisi fino all’attuazione e alla verifica dei risultati. Il suo scopo fondamentale è quello di definire gli obiettivi commerciali e le strategie di marketing: si occupa, perciò, della definizione del prezzo di un eventuale prodotto e della confezione, elabora la pubblicità e stabilisce i mezzi di comunicazione che dovranno essere utilizzati per promuoverlo e ottimizzarne, quindi, la vendita.
Il Tecnico del Marketing si occupa, in sintesi, di adeguare l’offerta di prodotti o servizi alle moderne esigenze dei mercati.



Questo è un settore in continua evoluzione per quanto riguarda lo sviluppo delle tecnologie e dei canali di trasmissione, il mercato e il consumo e ciò richiede, quindi, al Tecnico Marketing un continuo aggiornamento in questi ambiti per potere rendere la propria azienda il più possibile vincente e attiva.
   
Per fare ciò è necessario approfondire gli studi in ambiti economici e di marketing, partecipare a numerosi stage organizzati dalle aziende in maniera tale da avvicinarsi il più possibile in maniera pratica a questo “mondo” in continuo aggiornamento.

mercoledì 20 aprile 2016

logo della scuolaISTITUTO COMPRENSIVO di CASELLA
Scuola secondaria di primo grado, primaria e dell'infanzia

Per l’Istituto Comprensivo di Casella abbiamo intervistato la maestra di matematica Rosanna Strata che insegna da più di 10 anni.

Dotazioni digitali oggi

Le dotazioni digitali dell’Istituto di Casella possono definirsi ancora arretrate: la connettività è scarsa in tutte le classi, la Lim è presente solo in alcune. Viene abbastanza usato solamente il registro elettronico.

Didattica innovativa nella scuola

Anche per quanto riguarda la didattica innovativa la maestra Rosanna ci informa che il livello della scuola è ancora molto arretrato. Non sono organizzati laboratori tematici e tantomeno le Flipped Classroom, non vengono suggerite app o software da usare in classe o a casa e nessuna classe lavora su compiti autentici con il risultato di prodotti multimediali originali.
Sono poche le classi che prediligono il lavoro di gruppo come tecnica didattica principale e anche quelle che utilizzano strumenti in formato digitale come ad esempio i libri.
Personale e progetti futuri

La causa di questa arretratezza è sicuramente un personale non adeguatamente preparato e una struttura non adatta ad ammettere le innovazioni proposte dal Miur. Nonostante ciò i docenti mantengono rapporti con altre scuole e altri animatori digitali con l’obiettivo prossimo di adeguarsi a ciò che il progetto “ Nuova Scuola” richiede.
Per questo la maestra Strata sostiene per prima cosa che sia necessaria una radicale e profonda formazione dei docenti in modo da renderli pronti e adeguati al nuovo contesto scolastico.
La scuola che si immagina di vedere tra tre anni è una scuola pronta a recepire le innovazioni, da qui il suo motto:

        “Lavorare insieme per una scuola migliore”

logo-icsan.png


Per l’Istituto comprensivo di San Fruttuoso (Ge), ha compilato il questionario l’animatore digitale Serena Dafne Magnani, professoressa neoassunta di arte alla scuola secondaria di I grado.

Dotazioni digitali oggi

In merito alle dotazioni digitali ad oggi, la professoressa Magnani ci informa che sono in fase di miglioramento la connettività e le Lim; il progetto classi 2.0 è presente solamente in alcune classi, mentre il registro elettronico è molto usato.
I laboratori di arte, scienze, musica ed informatica hanno riscosso molto successo negli alunni che li frequentano con assiduità ed interesse.

Didattica innovativa nella scuola

La didattica innovativa della scuola è molto sviluppata: la Flipped Classroom, ossia l’insegnamento capovolto, e i lavori di gruppo come tecnica didattica principale sono ampiamente diffusi in molte classi.
Non è molto sviluppato, invece, l’utilizzo di app o software particolari per l’esercizio nelle singole discipline né nell’ambiente scolastico che in quello casalingo, scarso anche l’uso di libri in formato digitale.
L’utilizzo del Coding è ancora, purtroppo, limitato a poche classi.

Personale e progetti futuri

La professoressa Magnani ci riferisce, inoltre, che ad oggi non sono molti i docenti preparati a mettere in atto la didattica innovativa.
Nonostante ciò, la maggior parte del corpo insegnanti dell’istituto comprensivo, sviluppa progetti interdisciplinari in collaborazione: la suola stessa ha numerosi legami con altre scuole presenti sul territorio con l’obiettivo di innovarsi.
Per quanto riguarda i progetti futuri ciò che emerge immediatamente è la necessità di una formazione a 360° di tutti i docenti con un conseguente potenziamento della rete in modo da estendere a tutte le classi quei servizi che per il momento sono destinati solo ad alcune.

Per la sua scuola la professoressa ha trovato un motto che racchiude gli obiettivi preposti da raggiungere nel corso dei prossimi tre anni, ovvero quelli di una scuola aperta, dinamica e competitiva:

“Crescere insieme per apprendere meglio”

martedì 12 aprile 2016

Scienze della comunicazione: perché?

Quando mi viene chiesto da parenti, amici o conoscenti l’indirizzo della mia Università, rispondo sempre: “Scienze della comunicazione, in pratica per diventare giornalista!”. Ma devo dire che mi sbaglio ogni volta, perché in realtà non è solo questo.
Sono al secondo anno, e solo adesso ci ritroviamo a dover affrontare corsi che ci propongono di scrivere nel vero senso della parola, perciò per chi ama farlo è una buona occasione per esercitarsi e affinare la propria tecnica, ma come detto non si impara solo questo.

La Facoltà propone anche un corso di informatica, che durante i tre anni offre una panoramica generale per quanto riguarda i pacchetti Office e la programmazione, un corso di Psicologia, di Etica della comunicazione, Storia, Inglese, Sociologia (generale, della comunicazione e della devianza) e altri  ancora.

Quando mi sono iscritta la mia intenzione era quella di apprendere al meglio tutto ciò che mi avrebbe consentito in un domani di diventare una giornalista, ma ora come ora, non ne sono più tanto convinta.

Non voglio soffermarmi oltre a descrivere questa Facoltà perché penso che in realtà sia tutta da scoprire: le sorprese, belle e brutte, sono dietro l’angolo, perciò per chi ha già un interesse di partenza, credo che questa sia una buona occasione per mettersi in gioco e scoprire ambiti occupazionali che discostano dal “classico” giornalismo.
L’unica pecca, forse, è l’ubicazione: Savona, per chi come me viene dall’entroterra di Genova, è un po’ distante. Ad ogni modo, il campus dove si trova questo corso di laurea offre la possibilità di affittare stanze.


Per concludere, posso affermare che viene offerta una buona preparazione per quanto riguarda gli sbocchi professionali inerenti alle materie affrontate come: tecnico della pubblicità, addetto alle pubbliche relazioni, tecnico della vendita e della distribuzione, organizzatore di fiere, convegni e eventi culturali, web comunication manager, digital media manager, web content manager, social media manager e altro ancora.

domenica 10 aprile 2016

Coding: programmare divertendosi





In Italia, tra le linee guida che rappresentano il progetto della “ Buona Scuola”, rientra anche il desiderio di educare gli alunni e i giovani alla programmazione digitale.
Come? Attraverso il coding , naturalmente.

Che cos’è?
Coding, letteralmente “codifica”,  è in realtà ciò che consiste nella stesura di un programma informatico:  un insieme di istruzioni che, eseguite da un apposito calcolatore, danno vita a ciò che comunemente utilizziamo ogni giorno nel mondo digitale (programmi, giochi, applicazioni ecc..).

Chi lo propone?
Partendo da un’esperienza di successo avviata negli Stati Uniti, il MIUR in collaborazione con il CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica), ha avviato questo progetto nelle scuole italiane con l’intento di avvicinare in maniera divertente, ma allo stesso tempo formativa ed educativa gli studenti e i bambini ai concetti base dell’informatica.

Perchè?
L’obiettivo è quello di insegnare agli alunni, già dalle prime classi della scuola primaria, a rapportarsi con il mondo dell’informatica, in modo da stimolare l’ apprendimento sotto ogni punto di vista. Secondo alcuni, inoltre, questo avvicinamento allenerebbe sin dal principio i bambini a pensare in maniera consona a risolvere più facilmente i problemi che potrebbero incontrare nel loro futuro.

Come?
Lo strumento principale per fare coding è Scratch, un tool di programmazione visuale ideato al Mit di Boston. In alternativa si possono utilizzare: HopScotch, Stencyl e Processing.
Per i più piccolini è utilizzabile ScratchJr che non richiede la capacità di lettura.

Quando?
L’Italia rispetto agli altri paesi europei e non, è in ritardo per quanto riguarda la diffusione di questa nuova disciplina. Tuttavia non si pone l’obiettivo di inserire il coding come nuova materia curriculare in quanto mancano gli strumenti e gli insegnanti abilitati a questo insegnamento.
Sono però in corso laboratori presso le scuole italiane, in particolare nelle elementari e medie, con lo scopo di avvicinare appunto gli studenti a questa novità e di fornire le basi per un approccio logico della programmazione.
In questo modo i bambini sono immersi in un ambiente logico-matematico dove però la fantasia e la creatività fanno da protagoniste.