Giornalismo digitale: fare innovazione con, nei nuovi media, l’aiuto dell’intelligenza artificiale
“E’ in corso una vera e propria trasformazione antropologica”
Con queste parole Paolo Ferri, introduce il suo articolo sull’Intelligenza Digitale spiegando come la rivoluzione digitale abbia prodotto una trasformazione più radicale rispetto a quella tecnologica.
Parla di trasformazione dell’homo sapiens sapiens in homo sapiens digitalis in quanto i recenti studi condotti dagli scienziati dell’University College di Londra e della Jao Tong Medical School di Shanghai, hanno portato a risultati che fanno riflettere: il cervello umano presenta dei cambiamenti in quelle zone che vengono costantemente stimolate grazie all’utilizzo incessante del computer, delle sue applicazioni e dei Social Network , come per esempio l’aumento della materia grigia nell’amigdala, zona cerebrale coinvolta nella memoria emozionale, e l’aumento anomalo di materia bianca nelle zone dove hanno sede il controllo neuromotorio, l’attenzione e le funzioni esecutive.
Si tratta di cambiamenti sostanziali a livello biologico che si sono verificati nella società in maniera estremamente veloce negli ultimi decenni grazie alla diffusione di massa di personal computer, smartphone e tablet.
Coloro che risultano essere i protagonisti principali dei cambiamenti dettati dall’era digitale sono i cosiddetti nativi digitali cioè quelli che sono nati a partire dalla fine degli anni Novanta e hanno vissuto in prima persona queste innovazioni. Nonostante ciò si riscontra che la generazione precedente, pur non essendo nata in contemporanea con questo tipo di innovazione, cerca gradualmente di adattarsi ai mutamenti causati dalla tecnologia digitale.
In quali ambiti viene usata l’intelligenza artificiale?
L’intelligenza digitale è all’opera costantemente in molte delle azioni quotidiane, solo che non sempre ce ne rendiamo conto: un click su un collegamento ipertestuale, l’utilizzo dei controller dei videogiochi.
E’ comunque impiegata anche in ambiti come la fisica, il giornalismo, lo sport, l’astronomia, la scienza.
Per quanto riguarda il giornalismo è possibile dire che oramai sempre più redazioni si servono di software in grado di interpretare ed elaborare grandi quantità di dati e redigere articoli.
In un epoca dove la tecnologia sta prendendo sempre più campo modificando il modo di vivere delle persone, si può sostenere che anche il modo di fare informazione si stia trasformando?
E’ possibile affermare che oramai l’informazione si trova dappertutto in quanto in ogni situazione e ogni contesto abbiamo la possibilità di informarci attraverso giornali online, Social Network, video, immagini portando ad un inevitabile indebolimento del classico metodo di fare notizia e di divulgarla: le note testate giornalistiche rischiano, così, di andare in “pensione”.
Il digitale sta nettamente cambiando maniera di fare editoria a partire dal metodo di coinvolgimento che spesso risulta più immediato e avvincente, fino ad arrivare alla scelta dei mezzi utilizzati a seconda del target.
Molti giornali hanno perciò adottato un approccio basato sul web prediligendo gli articoli scritti per questo ambiente rispetto a quelli destinati al giornale cartaceo: si riscontra quindi un cambiamento delle priorità dettato dalla continua innovazione e dalle nuove esigenze dei consumatori di informazione. Un’ulteriore novità introdotta dal giornalismo online è la possibilità di feedback da parte dei lettori che possono commentare, condividere, apprezzare in maniera più rapida e concreta quanto leggono.
Questo cambiamento repentino ha portato all’inevitabile rimodellamento della professione del giornalista che non deve più ricercare informazioni e divulgarle, ma selezionarle e decifrarle.
Un’ulteriore frontiera dell’innovazione proveniente dall’America, mostra come l’evoluzione dei motori di ricerca in internet possa dare vita a una nuova figura in ambito giornalistico : l’avatar o “Agente intelligente”(Giuseppe Jacobini), ossia un software particolarmente complesso che ha la possibilità di essere “istruito” e ha capacità di “autoapprendimento” , che prende il posto del caporedattore. I nuovi avatar, essendo dotati di intelligenza artificiale, lavorano in base ad assetti concettuali e sono in grado di riconoscere la qualità dell’espressione e la pertinenza della notizia con il contesto che la esprime riuscendo così a capire ed elaborare la singola informazione leggendola, decifrandola e catalogandola nelle diverse pagine che sono state predisposte al momento della taratura . Vengono dunque utilizzati per un’attività di selezione e rassegna continua che genera un continuo flusso di informazioni.
FONTI
Articolo
Tiscali:
Articolo La Repubblica :
http://www.repubblica.it/tecnologia/2016/05/20/foto/fisici_giornalisti_giocatori_i_mille_impieghi_dell_intelligenza_artificiale-140220314/1/?ref=search#8
Articolo:
Articolo:
Articolo il Sole 24 ORE : : http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2011-10-21/facebook-modifica-cervello-studio-095435.shtml?uuid=Aat1RmEE
Articolo: http://blablablog.mariamatica.com/2016/04/20/le-modifiche-al-cervello-con-lera-di-internet/
Libro: “Nuovo
giornalismo, nuova comunicazione, nuove professioni nell'era digitale” a cura di Giuseppe Jacobin (Pagine 69-70-71-72)