Piano Nazionale Scuola Digitale
Con l’acronimo PNSD s’intende il Piano Nazionale Scuola Digitale che dal 2007 si pone l’obiettivo di modificare i classici ambienti di apprendimento, promuovendo l’innovazione digitale nella scuola. Questo piano è una “risposta” al nuovo bisogno di costruzione dell’educazione nell’era digitale, puntando sul rafforzamento del diretto rapporto insegnante-alunno.
Nel corso degli anni sono state promosse diverse innovazioni: ad esempio la diffusione capillare della Lavagna Interattiva Multimediale (LIM); l’introduzione del registro elettronico; “L’azione cl@ssi 2.0” con l’obiettivo di stimolare l’ideazione e la realizzazione di ambienti di apprendimento innovativi; “L’azione scuol@ 2.0” che a partire dal 2011 ha consentito di percorrere una linea di innovazione avanzata nella programmazione didattica con nuovi modelli di organizzazione delle risorse umane.
La visione di Educazione nell’era digitale è il cuore del Piano Nazionale Scuola Digitale: si tratta di un percorso condiviso di innovazione culturale, organizzativa, sociale e istituzionale, che vuole dare nuove capacità al tradizionale concetto di scuola italiana.
L’educazione nell’era digitale non vuole porre al centro la tecnologia, ma i nuovi modelli di interazione didattica che la utilizzano.
Attualmente sono 326.000 i plessi scolastici che hanno adottato queste innovazioni : il 70% è connesso in rete, il 41,9% è dotata di LIM e il 6,1% di proiettore interattivo.
Il processo di innovazione del PNSD intende avvicinare al mondo della tecnologia i docenti, gli studenti e le famiglie italiane. Con la diffusione della tecnologia già nelle classi della scuola Primaria anche i bambini vengono fin dal principio indirizzati ad utilizzare tablet e ad apprendere tramite la nuova LIM.
La sostituzione definitiva della “vecchia” carta, del registro di classe, del diario e del libretto dei voti, da un lato presenta un aspetto positivo, dall’altro, a mio avviso, rischia di far perdere quel contatto fondamentale tra scuola-famiglia e alunno: toccare con mano e non in maniera virtuale ciò che viene insegnato penso sia comunque un ottimo metodo di insegnamento che fino ai giorni nostri ha funzionato in maniera corretta ed efficace mantenendo i rapporti diretti e non “astratti”.
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